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Il
problema e' che di piste ce ne sono poche, tutte piu' o
meno fra Emilia Romagna e Toscana, sono care, affollate
e aperte poco durante i fine settimana. Ad es. dove va a
correre un Piemontese? e un Lombardo? Monza, ma e' una pista
da moto quella? Gli autolesionisti, gli imbecilli totali,
i gradassi troverebbero di certo pane per i loro denti e
forse capirebbero che non sono i manici che si reputano
e cercherebbero di imparare da chi ha piu' esperienza come
si fa ad andare davvero forte. Nel frattempo non terrorizzerebbero
le famiglie in sardo e si salverebbero parecchie ossa. Ha
ragione Benny Casadei Lucchi a condannare il comportamento
degli smanettoni della Serravalle, o quelli del Muraglione
o quelli della Futa, ma sono convinto che se gli stessi
potessero provare la pista, averla ad una distanza ragionevole
da casa e non doversi svenare per frequentarla, per la maggior
parte smetterebbero di fare i folli per strada. Poi esiste
sempre l'imbecille di natura, il frustrato che continuerebbe
a tirare dei monoruota smarmittato davanti alle scuole,
ma poi il problema diventa sociologia e la moto non c'entra
piu'. L'appassionato che prova la pista si appassiona ancora
di piu' e tara i propri orizzonti motociclistici di conseguenza
attrenzandosi bene principalmente per la pista e poi, se
puo' ,si compra un passeggino per la strada. Un mio amico
e solito dire che la pista e' la fine dell'andare in moto,
nel senso che poi per strada non ci si va piu'.... |